Details
Giorgio de Chirico (1888-1978)
Battaglia
firmato 'g. de Chirico' (in basso a sinistra)
olio su cartone telato applicato su tavola
20 x 30 cm.
Eseguito negli anni Cinquanta

'BATTLE'; SIGNED (LOWER LEFT); OIL ON CANVAS BOARD LAID DOWN ON PANEL

Tutte le opere d'arte richiedono un permesso di esportazione rilasciato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo per lasciare il territorio nazionale. In caso di riesportazione, il presente lotto sarà accompagnato da Attestato di Libera Circolazione per opere eseguite da più di 70 anni.

All works of art require an export permit issued by Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo to leave the national territory. In case of re-export, the present lot will be accompanied with an Attestato di Libera Circolazione for works executed more than 70 years ago.
Provenance
Collezione Diodecio Redig de Campos, Roma (dono dell'artista)
Collezione Daniela Redig de Campos, Roma (per discendenza)
Collezione privata, Europa
Vienna, asta Dorotheum, 26 novembre 2009, lotto 257
ivi acquisito dall'attuale proprietario
Literature
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Giorgio de Chirico, Catalogo generale, Opere dal 1913 al 1976, Roma 2016, vol. III, p. 229 (illustrato); vol. bibliografia, p. 163, n. 1159 (in elenco)
Exhibited
Catanzaro, Complesso Monumentale del San Giovanni, Giorgio de Chirico, L'enigma e la gloria, 2006, cat., p. 111 (illustrato, con titolo 'Battaglia, Guerrieri a cavallo')
FURTHER DETAILS
Le sue opere tarde sono state a lungo incomprese perché pesava il confronto con la sua stagione metafisica, una stagione inarrivabile e irripetibile. De Chirico, però, non è morto nel 1918, come pensava malignamente Breton. Anzi, ha continuato a dipingere con grandi invenzioni, sia quando negli anni Quaranta e Cinquanta guarda all'età barocca di Rubens (e di Raffaello, Ingres, Dürer), sia quando, nel 1968, reinventa la sua pittura metafisica. La reinterpreta cioè con un senso del gioco e una leggerezza che la trasformano in qualcosa di diverso dai suoi quadri degli anni Dieci. La tragica scoperta dell'assurdità del mondo lascia posto a una visione più serena.

His late works have long been misunderstood because they were compared with his unmatched and unrepeatable metaphysical season. De Chirico, however, did not die in 1918, as Breton maliciously thought. On the contrary, he continued to paint with great invention, both when in the 1940s and 1950s he looked to the Baroque age of Rubens (and Raphael, Ingres, Dürer) and when, in 1968, he reinvented his metaphysical painting. Namely, he reinterprets it with a sense of playfulness and lightness that transforms it into something different from his paintings of the 1910s. The tragic discovery of the world's absurdity leaves room to a more serene vision.


ELENA PONTIGGIA
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