Piero Manzoni (1933-1963)
Linea m 5,10, ottobre 1959
inchiostro su carta, tubo di cartone
21.5 x 5.5 x 5.5 cm. (tubo)
Realizzata nel 1959

'LINE M. 5.10, OCTOBER 1959'; INK ON PAPER, CARDBOARD TUBE

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Collezione N. Laurini, Milano
Londra, asta Christie's, 24 ottobre 2005, lotto 36
ivi acquisita dall'attuale proprietario

G. Celant, Piero Manzoni, Catalogo generale, Milano 1975, p. 181, n. 16 l (illustrata)
F. Battino, L. Palazzoli, Piero Manzoni, Catalogue Raisonné, Milano 1991, p. 431, n. 919 BM (illustrata)
G. Celant, Piero Manzoni, Catalogo generale, Milano 2004, vol. I, p. 145, n. 503 (illustrata); vol. II, p. 467, n. 503 (in elenco)
G. Celant, Piero Manzoni, Milano 2007, cat. mostra presso il Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina a Napoli, p. 187, n. 140 (illustrata); p. 388, n. 140 (in elenco)
G. Celant, Su Piero Manzoni, Milano 2014, p. 184, n. 503 (illustrata)

Milano, Galleria Azimut, Piero Manzoni, Le linee, 1959, cat.
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Piero Manzoni, 1971, cat., n. 47
Parigi, Centre Pompidou, Identité italienne, L'art en Italie depuis 1959, 1981, cat.
Milano, Padiglione d'Arte Contemporanea, Azimut & Azimut, 1959, Castellani, Manzoni e..., 1985, cat., p. 55
Colonia, Museum Ludwig, Bilderstreit, Widerspruh, Einheit und Fragment in der Kunst seit 1960, 1989, cat., p. 521, n. 435
Parigi, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Piero Manzoni, 1991, cat., pp. 112-113, n. 40 (illustrata); p. 219, n. 40 (in elenco); poi Herning, Herning Kunstmuseum, cat.; Madrid, Sala de Exposiciones de la Fundación "La Caixa", cat., pp. 112-113, n. 40 (illustrata); p. 219, n. 40 (in elenco); Rivoli, Castello di Rivoli, Museo d'Arte Contemporanea, 1992, cat., pp. 112-113, n. 40 (illustrata); p. 218, n. 40 (in elenco)
New York, The Solomon R. Guggenheim Museum, The Italian Metamorphosis, 1943-1968, 1994-95, cat., n. 124 (illustrata); poi Wolfsburg, Kunstmuseum Wolfsburg, Italienische Metamorphose, 1943-1968, 1995, cat., n. 124 (illustrata)
Londra, Serpentine Gallery, Piero Manzoni, 1998, cat., p. 285
New York, Hauser & Wirth, Piero Manzoni, Lines, Materials of His Time, 2019, cat. p. 105 (illustrata); (illustrata); p. 116 (in elenco); (in elenco)

Dopo un breve periodo durante il quale la sua pittura sembrava orientarsi verso l'informalismo automatico, egli scopre improvvisamente l'acromia, i suoi quadri spasmodicamente bianchi. E per questi vale una sola definizione: zone d'incontro. Questa volta però il senso pittorico è del tutto inesistente: si tratta infatti di linee lunghissime, interminabili. Una lunga 33 metri e 63 centimetri, una 19,97, una 9,11, e altre. Costruite su strisce di carta e quindi arrotolate, queste linee sono racchiuse in tubi di cartone opportunamente colorati e sigillati, e la lunghezza indicata su ognuno degli appositi astucci si riferisce più al titolo che alla misura. Basti pensare che una delle linee esposte è semplicemente chiamata "infinita": ciononostante anche questa non differenzia dalle altre perché come le altre vive di uno slancio irresistibile che trasporta. D'altronde, la linea non è forse un numero infinito di secondi in corsa nello spazio? Di fronte a queste opere scompaiono tutti i discorsi inutili riguardanti la pittura, le transizioni e i cari ritorni: scontati sono il fascino mnemonico delle cose celebrate e la didascalia storica tanto cara agli imbalsamatori. Il tempo finalmente si è fatto visibile e contribuente anche nell'arte. In ognuna di queste linee è predominante l'abbraccio immediato e irrefrenabile dell'Eros Kierkegaardiano; un abbraccio smisurato che però non consuma nel sensismo sperimentale: una catarsi che si ripete geometricamente al di là del presente e dell'inutile espimere.

Following a short period during which his paintings seemed to tend towards automatic informalism, he suddenly discovered achromatism, his spasmodically white paintings. And only one definition is valid for these - zones of confluence. This time, however, his pictorial sense has completely disappeared - as a matter of fact, they are endlessly long, interminable lines. One is 110 ft. 4 ins. long, another 65 ft. 7 ins. long and another 29 ft. 6 ins., and others. Traced on strips of paper and then rolled up, these lines are inserted into cardboard tubes, suitably coloured and sealed, and the length of each is marked on the container, but it refers to the title rather than actual length. It is enough to say that one of the lines exhibited is just called "endless" nevertheless, it does not differ from the others for, just like the others, it springs and lives from a irresistible impulse that carries away. On the other hand, isn't a line an infinite number of seconds rushing into space? In front of these works, all useless chatter concerning painting, transitions and beloved returns fades - exhausted are the memory-fascination of celebrated things and the call of historical titles so dear to embalmers. At last time has become a visible and contributory elements in art, too. In each of these lines, predominant is the immediate and irresistible embrace of Kierkegaard's Eros - an unending embrace that never consumes itself in experimental sensism, though - a catharsis that geometrically repeats itself beyond the present and beyond useless expression.

VINCENZO AGNETTI

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L'opera presenta la seguente iscrizione 'm. 5,10 10/59 MILANO PIERO MANZONI' (sul retro della linea all'interno del tubo).

The work is inscribed as follows 'm. 5,10 10/59 MILANO PIERO MANZONI' (on the reverse of the line inside the tube).